Lesioni da decubito
Le lesioni da decubito sono delle lesioni tessutali con evoluzione necrotica, che interessano la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Sono conseguenza diretta di una elevata e/o prolungata compressione o di forze di taglio o di stiramento causati da uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguinei.
Si intende per pressione una forza applicata perpendicolarmente a una unità di superficie. Il punto critico dello sviluppo di un’ulcera da pressione si raggiunge quando la forza comprimente fra superficie corporea e piano di appoggio è più intensa della pressione del sangue.
Le cause principali delle lesioni da decubito sono:
– Età
– Riduzione della mobilità
– Malnutrizione
– Malattie arteriose e ipotensione
Sedi delle lesioni da decubito
Le piaghe da decubito compaiono più frequentemente sulla parte bassa del corpo, in particolare sul sacro (43%), sul grande trocantere (12%), sul tallone (11%) sulle tuberosità ischiatiche (5%) e sui malleoli laterali (6%). Potenzialmente in tutti i punti di contatto del corpo con il piano di appoggio si possono sviluppare lesioni da decubito.
Il paziente “a rischio” lesioni da decubito
Primo obiettivo dell’intervento preventivo è l’identificazione dei pazienti a rischio di contrarre piaghe da decubito. Si definisce paziente a rischio quel soggetto che, a causa di fattori generali o locali legati ad una patologia o ad una complicanza di questa, ha maggiori possibilità di contrarre lesioni da decubito e che quindi necessita di un piano assistenziale mirato.
I pazienti a rischio sono:
– anziani: per le modificazioni della cute legate all’invecchiamento;
– mielolesi: per la riduzione della sensibilità;
– miastenici: per la diminuzione della forza di contrazione muscolare e per l’astenia che porta il soggetto a muoversi poco ed a mantenere a lungo la stessa posizione;
– affetti da sclerosi multipla: per la presenza di spasticità e parestesie;
– pazienti oncologici, affetti da A.I.D.S.: perchè immunodepressi;
– in stato di coma: per immobilità assoluta
– neurolesi: (pazienti emiplegici, paraplegici, tetraplegici), per i diversi gradi di immobilità;
– diabetici: per danni al microcircolo ed alla sensibilità;
– portatori di apparecchi gessati: per compressione degli apparecchi gessati sulle prominenze ossee;
– politraumatizzati: per limitata mobilità e per compromissione dello stato generale.
La valutazione del rischio di contrarre una lesione da decubito. Uno dei primi passi assistenziali da attuare al momento dell’ accoglimento di un nuovo paziente è la valutazione del rischio di contrarre lesioni da decubito attraverso l’utilizzo di indici o scale di valutazione, tra i più utilizzati l’indice di Norton. Questo metodo prende in considerazione lo stato fisico generale, lo stato mentale, la deambulazione, la mobilità e l’incontinenza del paziente. A ciascuno di questi fattori si deve attribuire un punteggio da 1 (peggiore) a 4 (migliore). Il rischio di contrarre lesioni da decubito è lieve con un punteggio da 16 a 12. E’ elevato se è inferiore od uguale a 12. Il rischio diminuisce quasi linearmente con l’ aumentare del punteggio.