La colonscopia virtuale

La colonscopia virtuale è una metodica ormai validata dal punto di vista tecnico e clinico da numerosi studi pubblicati nella letteratura internazionale che ne hanno dimostrato un’eccellente accuratezza nell’identificazione e caratterizzazione del cancro colo-rettale e dei polipi.  Essa può rappresentare in molti casi un’alternativa ovvero un valido complemento all’esame endoscopico tradizionale.

Come si esegue la colonscopia virtuale

La colonscopia virtuale è a tutti gli effetti una Tomografia Computerizzata (TC) dell’addome eseguita previa insufflazione gassosa del colon mediante un catetere vescicale morbido introdotto per appena un paio di centimetri nel retto. In questo modo l’aria cautamente introdotta attraverso il catetere distende le pareti del colon che diventano analizzabili con la TC.  Al fine di facilitare la distensione del viscere ed evitare fenomeni spastici dolorosi si somministra buscopan per via endovenosa. Non è necessaria alcuna sedazione ed al termine dell’esame il paziente può alzarsi e svolgere normalmente le proprie attività.

Le TC multistrato di ultima generazione impiegano dai cinque ai dieci secondi per acquisire il volume corporeo corrispondente ad un addome, anche se la permanenza in sala TAC per il paziente è di circa quindici minuti per via della preparazione propedeutica all’esame.  Il volume corporeo acquisito è elaborato da potenti softwares che permettono la ricostruzione delle immagini sui diversi piani dello spazio con un’unica erogazione di radiazioni. Il software di navigazione virtuale consente, infine, una ricostruzione endoscopica del lume colico che riproduce perfettamente la superficie interna del colon. In questa maniera è possibile evidenziare eventuali restringimenti patologici del lume colico ovvero la presenza di lesioni aggettanti endoluminali. Le TC di ultima generazione acquisiscono spessori corporei dell’ordine di millimetri per cui le lesioni identificabili sono molto piccole, pari allo spessore acquisito.

colonscopia virtuale

Non basta tuttavia identificare la presenza di formazioni aggettanti endoluminali: esse devono essere caratterizzate. Per esempio occorre distinguerle dai residui fecali. A tal riguardo esiste una serie di caratteristiche che consentono al radiologo di effettuare agevolmente questa distinzione. Affinché sia possibile lo studio del colon occorre, nei tre giorni precedenti l’indagine, effettuare una dieta priva di scorie ed assumere un farmaco lassativo il giorno prima dell’esame, il tutto in modo analogo a quanto avviene per la colonscopia tradizionale. Alternativamente si può effettuare la “marcatura” delle feci attraverso l’ingestione, con i pasti, di bario. Il bario, infatti, è un mezzo di contrasto che colora il cibo, e quindi le feci, le quali ultime assumono una caratteristica coloritura biancastra che può essere facilmente distinguibile dalle pareti intestinali e dalle lesioni aggettanti che originano dalla mucosa colica. Esistono peraltro dei softwares in grado di sottrarre i residui fecali marcati col bario al fine di ottenere una rappresentazione della pareti coliche più chiara.

I dati della colonscopia virtuale

Non bisogna dimenticare che la colonscopia virtuale è a tutti gli effetti un esame TC dell’addome che, se effettuato anche con somministrazione di mezzo di contrasto, è in grado di fornire informazioni anche sugli organi addominali, sull’aorta, sul rachide e sul bacino. Questo aspetto risulta molto utile laddove sia necessaria oltre che l’indentificazione della lesione primitiva al colon, anche una definizione dell’eventuale coinvolgimento degli altri organi addominali, il tutto con un unico esame. Questa indagine consente inoltre una valutazione non solo della superficie endoluminale del colon ma anche della patologia di parete ed extra-parietale.

Attualmente l’esecuzione della TC con colonscopia virtuale è indicata anzitutto in caso di esame endoscopico tradizionale incompleto. In una certa percentuale di casi infatti la colonscopia tradizionale risulta incompleta per diverse ragioni come la presenza di aderenze, di spasmi intestinali, di tratti intestinali eccessivamente tortuosi, di tratti colici stenotici o di grave malattia diverticolare. In queste circostanze la colonscopia virtuale è l’unico modo di esaminare i tratti colici a valle delle porzioni inesplorabili con la metodica tradizionale. Altre importante indicazione è la malattia diverticolare sia perché spesso determina stenosi viscerali non superabili con l’endoscopio, sia per consentire una mappa completa della malattia stessa. Inoltre la malattia diverticolare coinvolge non solo il lume colico ma l’intera parete intestinale e spesso anche le strutture adiacenti, in particolare in caso di complicanze. Inoltre l’esame trova indicazione in tutti i casi in cui non sia possibile effettuare la preparazione per eseguire l’esame tradizionale. Questo avviene perché il paziente si rifiuta di sottoporsi alla dieta o perché non può assumere lassativi (squilibri idro-elettrolitici, paziente anziano o defedato) o non può effettuare una sedazione (concomitante patologia cardio-vascolare).

Per ciò che concerne lo screening del tumore del colon-retto, la colonscopia virtuale è stata ormai definitivamente accettata dalla comunità scientifica internazionale come metodica di studio alternativa alla colonscopia tradizionale.


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