Le lesioni da pressione, conosciute anche come piaghe da decubito o ulcere da pressione, sono ferite cutanee che si sviluppano quando una zona della pelle e dei tessuti sottostanti rimane compressa per un periodo prolungato. Questa condizione, apparentemente semplice, può avere conseguenze gravi se non trattata in tempo, fino a provocare infezioni profonde e complicanze sistemiche.
Questa guida aggiornata offre una panoramica completa su definizione, classificazione per stadi, fattori di rischio, complicanze, prevenzione e soluzioni utili, con consigli pratici per pazienti, caregiver e professionisti sanitari.
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Cosa sono le lesioni da pressione
Una lesione da pressione è una ferita della pelle e dei tessuti sottostanti causata da pressione prolungata o combinata a frizione e taglio.
La pressione ostacola la circolazione sanguigna, impedendo l’apporto di ossigeno ai tessuti. Questo provoca ischemia e, nel tempo, necrosi cellulare.
Le aree più colpite sono le prominenze ossee, come il sacro o i talloni, perché qui la pelle è meno protetta da muscoli o tessuto adiposo.
Stadiazione e classificazione internazionale
Il sistema di classificazione sviluppato da NPUAP, EPUAP e PPPIA suddivide le lesioni da pressione in quattro stadi principali. Questa classificazione è fondamentale per stabilire il trattamento più appropriato, ma non deve essere usata per monitorare la guarigione.
Stadio I
- Aspetto: cute integra ma arrossata, con eritema non sbiancante (non diventa bianca se si esercita pressione).
- Sintomi: la zona può essere calda, fredda, dolorosa o più dura rispetto alla pelle circostante.
- Consigli pratici: alleggerire immediatamente la pressione, cambiare posizione ogni 2 ore, usare cuscini o materassi antidecubito. Idratare la pelle con creme emollienti.
Stadio II
- Aspetto: perdita parziale dello spessore cutaneo. Si presenta come un’ulcera superficiale o una vescica piena di siero.
- Consigli pratici: pulire delicatamente la ferita con soluzione fisiologica, proteggere con medicazioni idrocolloidi o schiume. Evitare pomate irritanti.
Stadio III
- Aspetto: perdita a tutto spessore della cute, con esposizione del tessuto adiposo sottostante. Tendini e ossa non sono visibili. Possibile presenza di slough (tessuto devitalizzato giallo).
- Consigli pratici: medicazioni avanzate (idrogel, schiume poliuretaniche), eventuale debridement (rimozione tessuti necrotici) eseguito da personale sanitario. Monitorare i segni di infezione.
Stadio IV
- Aspetto: perdita completa dei tessuti con esposizione di osso, tendine o muscolo. Rischio elevato di osteomielite e sepsi.
- Consigli pratici: intervento medico urgente. Spesso sono necessari trattamenti chirurgici, antibiotici sistemici e nutrizione specifica per favorire la guarigione.
Lesioni non classificabili
Quando il letto della ferita è coperto da slough giallo, marrone o verde, non è possibile valutarne la profondità finché il tessuto devitalizzato non viene rimosso.
Cause e fattori di rischio
La pressione prolungata è la causa principale, ma spesso si combinano altri fattori:
Fattori estrinseci
- Attrito: sfregamento della pelle contro lenzuola o indumenti.
- Taglio (shear): scivolamento del corpo sul materasso, tipico di pazienti seduti a letto.
- Umidità: sudorazione, incontinenza o medicazioni inadeguate ammorbidiscono la pelle, rendendola fragile.
- Temperatura elevata: il calore aumenta il rischio di macerazione.
Fattori intrinseci
- Scarsa perfusione tissutale: insufficienza vascolare, ipotensione o anemia.
- Malnutrizione e disidratazione: deficit di proteine, vitamine e minerali rallentano la guarigione.
- Ridotta percezione sensoriale: neuropatie diabetiche, lesioni spinali o coma.
- Malattie croniche: diabete, sclerosi multipla, tumori, insufficienza renale.
💡 Consiglio: una valutazione nutrizionale e l’idratazione costante sono fondamentali per ridurre il rischio.
Complicanze e conseguenze
Le lesioni da pressione non trattate possono evolvere in condizioni gravi:
- Infezioni locali (ascessi, osteomielite).
- Sepsi, potenzialmente letale, con mortalità elevata soprattutto negli anziani.
- Dolore cronico e riduzione della qualità della vita.
- Ritardo di guarigione, che prolunga le degenze ospedaliere e i costi sanitari.
Pazienti più a rischio
Le categorie più esposte comprendono:
- Anziani sopra i 70 anni con mobilità ridotta.
- Pazienti allettati dopo interventi chirurgici o traumi.
- Persone con lesioni midollari (paraplegia, tetraplegia).
- Pazienti oncologici debilitati.
- Diabetici con neuropatia periferica.
- Portatori di apparecchi gessati o dispositivi medici (sondini, tubi tracheostomici).
Zone del corpo più colpite da lesioni da pressione
Le aree maggiormente interessate sono quelle a contatto con il piano di appoggio, dove l’osso è vicino alla superficie cutanea:

- Sacrale e glutea
- Talloni
- Trocanteri femorali (anche)
- Malleoli (caviglie)
- Gomiti
- Nei neonati: osso occipitale.
💡 Attenzione ai dispositivi medici: sondini naso-gastrici, maschere respiratorie o stecche possono causare lesioni da pressione localizzate.
Prevenzione: strategie e ausili utili
La prevenzione è il metodo più efficace per evitare le piaghe da decubito.
Le principali strategie includono:
1. Cambio frequente di posizione
- Girare il paziente ogni 2 ore (supino, laterale, seduto).
- Utilizzare schede di rotazione per garantire regolarità.
2. Uso di ausili antidecubito
- Materassi antidecubito: ad aria a pressione alternata, in poliuretano espanso o ad acqua.
- Cuscini antidecubito: memory foam o gel per ridurre la pressione su talloni, sacro e gomiti.
- Talloniere e protezioni per gomiti.
3. Cura della pelle
- Detergere quotidianamente con detergenti delicati e asciugare bene.
- Applicare creme idratanti per mantenere l’elasticità cutanea.
- Controllare regolarmente la presenza di arrossamenti.
4. Nutrizione e idratazione
- Dieta ricca di proteine, vitamine A, C, E, zinco e ferro.
- Idratazione adeguata (1,5–2 litri di acqua al giorno, salvo controindicazioni).
5. Educazione del caregiver
- Insegnare tecniche di mobilizzazione.
- Spiegare l’importanza dell’ispezione quotidiana della pelle.
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Cura e trattamento delle lesioni da pressione
Le medicazioni avanzate giocano un ruolo fondamentale nella guarigione delle lesioni da pressione perché permettono di mantenere un ambiente umido controllato, favorendo la rigenerazione dei tessuti e riducendo il rischio di infezione. La scelta deve essere personalizzata in base allo stadio della lesione, alla quantità di essudato e alla presenza di batteri. Tra le opzioni più comuni rientrano idrocolloidi per lesioni superficiali, idrogel per ferite secche o necrotiche, schiume poliuretaniche per ulcere molto essudanti e medicazioni all’argento per controllare la carica batterica. Un monitoraggio costante da parte di personale sanitario e la corretta frequenza dei cambi sono essenziali per valutare i progressi e adattare il trattamento, ottimizzando i tempi di guarigione. Il trattamento delle lesioni da pressione varia in base allo stadio:
- Stadio I-II:
- Riduzione della pressione.
- Medicazioni protettive (idrocolloidi, schiume).
- Idratazione e nutrizione adeguate.
- Stadio III-IV:
- Debridement (chirurgico, enzimatico o autolitico) per rimuovere il tessuto necrotico.
- Terapia antibiotica in caso di infezione.
- Medicazioni avanzate (schiume, idrogel, medicazioni a base di argento) o Terapia a pressione negativa.
- In alcuni casi, intervento chirurgico per chiudere la ferita.
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FAQ – Domande Frequenti
Quanto tempo impiega una lesione da pressione a guarire?
Dipende dallo stadio: da pochi giorni (stadio I) a diversi mesi (stadio IV).
Le piaghe da decubito sono contagiose?
No, le lesioni da pressione non sono contagiose, ma le infezioni batteriche possono diffondersi ad altri distretti corporei.
Si possono trattare le lesioni da pressione a casa?
La gestione a domicilio è possibile per tutti gli stadi, ma con modalità differenti: Stadio I e II: possono essere trattati a casa con medicazioni semplici, cambio di postura e ausili antidecubito, sotto supervisione medica; Stadio III e IV: spesso vengono dimessi dall’ospedale per proseguire le cure a domicilio, ma è indispensabile il supporto di infermieristica domiciliare specializzata, medicazioni avanzate, eventuale debridement programmato e monitoraggio medico regolare.💡Consiglio pratico: in caso di lesioni da pressioneprofonde, richiedere l’attivazione del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) o di un centro di wound care territoriale per garantire continuità terapeutica.
Lo slough è sempre segno di infezione?
Non necessariamente. Indica tessuto necrotico, che però favorisce la proliferazione batterica se non rimosso.
