L’incontinenza, ovvero la perdita di urina non controllata, può variare da persona a persona, a seconda dell’età, della storia clinica, dello stile di vita e del sesso di appartenenza. Esistono, infatti, diversi tipi di incontinenza, incontinenza urinaria maschile e femminile derivanti da cause molto diverse tra loro. È possibile ottenere una diagnosi precisa del tipo di incontinenza a cui si è soggetti, per poi procedere con il trattamento del disturbo
Le perdite urinarie possono essere dovute a sforzo, a stimolo, possono essere miste o, infine, di tipo funzionale. Queste ultime, più che un disturbo a sé stante, sono una conseguenza di altre gravi patologie fisiche o mentali che affliggono il paziente. Il soggetto coinvolto, infatti, percepisce correttamente lo stimolo urinario e sarebbe in grado di controllarlo normalmente, tuttavia non riesce a espletare una minzione corretta perché non è autonomo. È un tipo d incontinenza frequente nelle persone affette da demenze senili, morbo di Parkinson, Alzheimer o da gravi disturbi cognitivi.
Incontinenza urinaria maschile e femminile: cause
Le cause più frequenti dell’incontinenza urinaria femminile
L’incontinenza da sforzo (o da stress) si verifica quando la perdita avviene in seguito a un piccolo sforzo fisico. Questo, che è solitamente un colpo di tosse, una risata o uno starnuto, provoca un’ elevata pressione addominale e un conseguente malfunzionamento dello sfintere. Moltissime donne ne soffrono (addirittura alcuni studi parlano di un’incidenza fino al 40% nelle donne tra i trenta e i cinquant’anni) e le cause possono essere di diversa natura.
Uno degli eventi che più di frequente è causa dell’incontinenza urinaria è rappresentato dalla gravidanza e dal parto. L’aumento del peso durante i nove mesi di gestazione e la generale pressione esercitata dal feto sulla vescica della donna possono compromettere le funzionalità legate alla minzione. I muscoli del pavimento pelvico sono messi a dura prova e si indeboliscono: per questo motivo capita spesso che non riescano a sostenere la pressione addominale e lascino scappare delle piccole perdite.
A differenza di quelle degli uomini, poi, le vie urinarie femminili sono più corte e il loro pavimento pelvico è più debole. Con l’avanzare dell’età, inoltre, il cedimento dei tessuti connettivi può portare a un indebolimento della vescica.
La menopausa, ad esempio, è un altro elemento che influisce sul verificarsi dell’incontinenza, così come l’obesità e la tosse cronica.
Le cause più frequenti delle perdite urinarie maschili
Anche gli uomini soffrono di problemi di incontinenza da sforzo, sebbene in misura minore rispetto alle donne. Spesso la causa è legata ai postumi di un intervento alla prostata: in questo caso, seguendo un programma di riabilitazione pelvica che preveda una serie di esercizi muscolari si può intervenire efficacemente per ridurre le perdite di urina.
L’incontinenza da urgenza è la tipologia di disturbo che interessa più di frequente gli uomini. In questo caso la persona avverte un’incontrollabile e irrefrenabile stimolo alla minzione che spesso non riesce a gestire. Questa urgenza si può presentare all’improvviso, provocando un disagio profondo in chi ne è soggetto, e ha diversi gradi di gravità.
Il sesso maschile è inoltre più interessato dal fenomeno dell’iperattività della vescica: in questo caso la persona può avvertire un frequente stimolo alla minzione (anche quattro volte in più rispetto alla media fisiologica) associato alla sensazione di non arrivare mai allo svuotamento completo. L’ incontinenza da stress può anche verificarsi in compresenza con la tipologia da urgenza: in questo caso si parla di incontinenza mista.
Altre cause dell’incontinenza urinaria maschile e femminile
- Interventi chirurgici. Soprattutto le operazioni che interessano il tratto urinario, come la prostatectomia (intervento alla prostata) hanno come effetto collaterale l’incontinenza.
- Gravi patologie. Il morbo di Parkinson, l’ictus, la sclerosi, diverse forme di tumori sono tutte patologie molto invalidanti che possono portare a non controllare la minzione. Anche infezioni e forti traumi del tratto urinario possono diventare causa di incontinenza.
- Invecchiamento. Una progressiva degenerazione del tono muscolare è tra le cause delle perdite urinarie.
- Sindrome della vescica iperattiva. In questo caso la vescica ha un’attività eccessiva e fa avvertire alla persona uno stimolo urinario continuo.
- Intensa e continua attività sportiva. Ci sono pratiche sportive (fra cui l’equitazione, la corsa, la pallavolo, ecc.) che sottopongono la muscolatura pelvica a una sollecitazione estremamente intensa che, a lungo andare, può danneggiare i tessuti del pavimento pelvico.
Perdite urinarie: cosa fare
In caso di perdite di urina per prima cosa è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante, all’ urologo o al ginecologo. Per ovviare al disagio dovuto alle piccole perdite è utile utilizzare delle protezioni per evitare di bagnare i vestiti e limitare l’imbarazzo. A seconda della gravità delle perdite, queste possono essere più leggere e flessibili oppure più assorbenti.
Il medico, a seconda dell’età, dello stile di vita, della gravità dello stadio dell’incontinenza e del quadro clinico generale, può prescrivere varie terapie:
- Terapia riabilitativa. Prevede una rieducazione dei muscoli del pavimento pelvico attraverso l’esecuzione di esercizi specifici (anche con l’aiuto dell’elettrostimolazione) che hanno l’obbiettivo di rinforzare il tono muscolare.
- Terapia farmacologica. Vengono prescritti dei farmaci che contribuiscono a sopperire a delle carenze ormonali riscontrate nel paziente (riconducibili spesso al calo degli estrogeni in menopausa o in età avanzata).
- Terapia ambulatoriale. Laser di ultima generazione possono essere utilizzati nel trattamento dell’incontinenza. Il loro vantaggio è dato dall’essere dei trattamenti eseguiti in ambulatorio che non necessitano di ospedalizzazione e di asistenza specialistica.
- Terapia chirurgica. Riservata agli stadi più gravi dell’incontinenza urinaria, l’operazione chirurgica prevede l’inserimento di un supporto (chiamato “sling”) che sostiene l’uretra maschile al fine di istituire una barriera fisica contro le perdite.
Le terapie descritte in precedenza vanno integrate ed associate a un decisivo cambio dello stile di vita del soggetto. La perdita di peso, un’esistenza più attiva, l’abolizione del fumo e la riduzione della caffeina, sono sane abitudini che incidono efficacemente sul trattamento delle perdite urinarie e concorrono a migliorare lo stato di salute generale.